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 Famiglie di Fonditori storici - Regione Toscana

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-G16 - Rassegna fonditori storici - Pag. ARS-G16.14

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2008 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

(LU) - San Quirico di Valleriana: Famiglia Fontana

 

INDICE:

 

Da San Quirico passava una strada antichissima, conosciuta fino dalla preistoria (numerosi oggetti neolitici sono stati ritrovati nei pressi del paese), ma la prova più evidente è la presenza degli ospizi per pellegrini disseminati lungo il sentiero che collegava i paesi più a nord della valle, come possiamo leggere nel Catalogo delle Chiese lucchesi del 1260.

 

Si deduce che la strada sia stata sempre molto frequentata, se pensiamo che aggirava tutte le montagne circostanti per ridiscendere verso la mansione romana di Ad Martis, segnata nella tavola Peutingeriana e poi arrivare a Bientina, Pisa e Volterra.

 

San Quirico è posto in una valle detta Valleriana e l'origine di tale nome è ancora oggi sconosciuta.

 

Ma le prime notizie sicure del paese come nucleo di una certa consistenza si hanno solo nel 980, quando il Vescovo di Lucca Gherardo I allivella i beni della "Ecclesia S.Quirici de Arriano".

 

Nel 1304 il paese cadde in disgrazia a causa di pestilenze e carestie, arrivando a sommare non più di 20 abitanti; i Savi di Lucca emanarono un decreto con il quale esoneravano per dieci anni dalle pene, tutti coloro che avessero deciso di ripopolare il castello. E così avvenne!

 

Nello statuto lucchese del 1308 si legge già  menzionato il Podestà  di S. Quirico e con il trattato di Venezia del 1388, San Quirico passò sotto la giurisdizione di Lucca, mentre altri paesi della sopraccitata valle, Castelvecchio, Vellano e Sorana restarono a Firenze.

 

Però la storia di San Quirico è un po' tutta sua, fatta essenzialmente dei contrasti sempre astiosi con il vicino castello di Castelvecchio (che da sempre rivendica la supremazia per antichità  del loco) e quindi per l'epoca il tafferuglio, forse banale, ma sanguinoso, avvenuto fra i due paesi nel 1433, non doveva essere inusuale.

 

Nel mese di agosto quelli di Castelvecchio andarono col Cavaliere e con la famiglia del Vicario di Pescia a San Quirico, calarono con la forza due campane della torre campanaria e le portarono nel loro paese dicendo che erano loro.

I sanquirichini in questa occasione usarono molta diplomazia e tramite un mediatore riottennero quello che gli spettava.

 

[...]

 

Una notizia degna di nota, risale al 1799 quando il paese si trovò suo malgrado, nella zona di transito di due eserciti nemici: da una parte i francesi diretti a Genova e dall'altra gli austro-russi che li inseguivano. [...] Vennero suonate a raccolta le campane per difendersi e per avvertire l'esercito d'oltralpe che il nemico era vicino, favorendo un'azione difensiva.

 

Dopo aver razziato il castello gli austro-russi se la presero con la campana più grande, che fu gettata dalla torre campanaria. Ma questa non si ruppe! I soldati tentarono di frantumarla con mazze senza riuscire a scalfirla. Le cronache raccontano che si fece avanti un paesano, Gio Quirico Fontana, che disse : "Volete proprio romperla? Ebbene la romperò io".

Prese una spina d'acciaio, la pose dalla parte opposta da dove batteva e con un solo colpo questa si ruppe. Alcuni anni dopo le campane ritornarono ancora più sonanti alla loro sede.

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  San Quirico di Valleriana, secoli XI - XVIII.

A questo proposito occorre ricordare che i fonditori di campane di S.Quirico erano rinomati in tutta la penisola e la loro arte risale al medioevo (in alcune case si possono ancora vedere delle lucertole scolpite nelle pietra, simbolo di questa arte, a testimonianza della presenza di tali maestri).

Una delle famiglie più note era quella dei "Fontana".

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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-437 - Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti - Università degli Studi di Siena Dip. Archeologia e Storia delle Arti ( http://www.archeogr.unisi.it/ - sito non più attivo nel 2019 )

Nota: La documentazione d'archivio è stata recensita e composta nella seconda metà del XIX secolo, pertanto attualmente alcune di queste campane potrebbero non essere più esistenti.

 

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