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 Famiglie di Fonditori storici - Regione Liguria

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-G08 - Rassegna fonditori storici - Pag. ARS-G08.03

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2008 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

(GE) - Genova: Famiglia Rocca

 

INDICE:

 

Secoli XVII-XVIII. Fonditori di campane.

   

"ALOYSIVS ROCCA FECIT MDCCXLVII"

 

    "Luigi Rocca è l’ultimo rappresentante di una famiglia di tecnici-imprenditori attiva nella produzione di bocche da fuoco in bronzo e di campane, a partire dalla seconda metà del Seicento".

 

INDICE

 

 

 

   "Il nonno Giuseppe era figlio di un povero pescatore trasferitosi a Genova dalla vicina Riviera di Levante (forse da Chiavari), aveva compiuto il suo apprendistato nella fonderia di Domenico Ramone, e quando quest’ultimo era stato assunto come fonditore camerale della Repubblica di Genova nel 1665, lo aveva seguito in qualità di “paghetta”, cioè come aiutante stipendiato".

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    "Il fratello Giacomo I (1648 - 1730) affiancò Giuseppe ed entrò in organico, divenendo ben presto molto abile professionalmente e riuscendo addirittura a mettere in secondo piano lo stesso Giuseppe, grazie soprattutto alla sua spregiudicatezza; sta di fatto che quando il Ramone, anziano e malato, si ritirò dall’attività, è proprio Giacomo a prendere le redini della fonderia e a dare il via al successo della famiglia.

    Il momento è infatti particolarmente favorevole dal punto di vista produttivo, poiché coincide con l’epoca del disastroso bombardamento navale francese su Genova del maggio 1684: gli anni immediatamente precedenti e ancor più quelli successivi vedono continue commesse di nuove bocche da fuoco ai fonditori, che oltre allo stipendio mensile percepivano anche una provvigione commisurata al peso del bronzo gettato.

    Dall’officina dei Rocca escono allora i nuovi modelli di artiglierie, ispirati a quelli del potente ed ostile vicino d’oltralpe e destinati ad adeguare le capacità difensive della Repubblica: si producono grosse Colubrine pesanti fino a 5 tonnellate, Mezzi Cannoni rinforzati e colubrinati da 27 libbre di palla, Cannoni da 36 libbre e Mortai da Bombe da 200, 300 e 500 libbre".

 

    "Anche la richiesta di campane subisce un incremento: molte parrocchie e conventi della città e delle Riviere rinnovano i loro concerti e la stessa cattedrale genovese di S. Lorenzo sostituisce le quattro più grandi del suo campanile".

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    "Alla morte di Giuseppe gli subentra il figlio Giacomo II (1680 - 1738), nonché padre di Luigi, ma il suo omonimo zio, superattivo e autoritario, gli dovette lasciare ben poco spazio per emergere autonomamente; si pensi infatti che nel 1727, all’età di 79 anni, egli si rendeva disponibile di persona per una trasferta a Modena, anziché delegare il compito al nipote ormai quasi cinquantenne".

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Bibliografia

Bib-ST-435 -S. Varni, Ricordi di alcuni fonditori in bronzo, Genova, 1879, pp. 57-58;

Bib-ST-436 - Dott. Renato Gianni Ridella, "Un cannone con l’effigie di Vincenzo I Giustiniani, Marchese di Bassano, nelle dotazioni d’artiglieria della Repubblica di Genova (XVIII secolo)”, in «La Gazzetta Bassanese», 105, nov. 2005, pp. 2sgg.

 

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