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 Famiglie di Fonditori storici - Regione Lazio

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-G07 - Rassegna fonditori storici - Pag. ARS-G07.08

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2007 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

(RM) - Roma: Famiglia Lucenti

 

INDICE:

 

Secoli XVII-XX. Fonditori di campane.

 

Intorno alla metà degli anni Ottanta Antonello Trombadori scriveva:

"A Roma nun ze fanno più campane/ e la Ditta Lucenti in Borgo Pio/ cor vecchio tornio e quer che ciarimàne/ ar lavoro ja detto guasi addio".

Da allora, nei dieci anni successivi, la crisi si è fatta sempre più pesante, tanto che alla fine la storica fonderia, l'unica specializzata a Roma nella fusione delle campane, schiacciata da difficoltà e problemi di vario tipo ha serrato i battenti dei suoi ultimi locali, situati in vicolo del Farinone presso il Passetto di Borgo. Il tardivo interesse istituzionale non è infatti riuscito a salvare l'officina, giunta agli onori della cronaca quando era già sull'orlo della chiusura, dopo quasi quattro secoli e mezzo di attività.

L'ingegner Camillo Lucenti, che ha trascorso circa cinquant'anni all'interno della fonderia, è sopravvissuto soltanto un brevissimo periodo dopo la fine di quel suo particolare mondo, quell'officina rimasta immutata negli anni, dove la fioca luce filtrata dal lucernario illuminava debolmente gli antichi strumenti da lavoro disposti intorno alla grande fornace. L'ultima campana, in questo angolo un po' fuori dal tempo, è stata fusa nel 1993.

Il figlio Francesco non ha però, a tutt'oggi, abbandonato il mestiere, specializzandosi in un'attività certo meno affascinante di quella dei suoi antenati ma sicuramente più in linea con i tempi, la riparazione degli impianti elettrici dei campanili, ormai quasi ovunque sostituiti alle storiche campane che, per secoli, hanno scandito la vita cittadina.

Qualche campana comunque la produce ancora, appoggiandosi ad un'officina che si trova alle porte della città. Ed è l'unico artigiano a Roma a proseguire la tradizione, dal momento che altre fonderie, tuttora in funzione, non sono specializzate in questo tipo di fabbricazione. Di recente, in seguito alla costruzione di nuove chiese in vista del giubileo, il lavoro di fusione ha avuto un nuovo periodo "di gloria", ma certamente effimero. Permane infatti un problema di non poco conto: le campane hanno un costo molto elevato, che porta le chiese a scegliere di investire il denaro che sarebbe necessario per l'acquisto di un esemplare medio (qualche milione di lire) in altre attività, magari nell'allestimento di un campo di calcetto! Per motivi economici quindi oggi vengono, al più, prodotte campane di piccole dimensioni.

La Pontificia Ditta Lucenti ha una lunghissima storia: la sua attività risale infatti al 1550, come risulta dalla data incisa sulla campana del convento dei Padri Cappuccini nella chiesa della Misericordia in via Veneto. Ha firmato, oltre a numerose campane del Centro Italia, anche oggetti in bronzo o metalli vari, statue, cancelli, e persino tombini. Pietro Romano, nel suo volumetto sulle campane di Roma, cita molte volte la famiglia, definendo i suoi membri "i fonditori di campane più attivi e più operosi nell'Urbe".

Fra i principali lavori della ditta si ricordano quelli di Ambrogio Lucenti, che nel 1627 ha fuso insieme ad alcuni soci le quattro colonne del baldacchino berniniano ed ha realizzato la campana vaticana chiamata della predica (ma popolarmente conosciuta come chiacchierina); rottasi nel 1891, fu rifatta nel 1893, ancora una volta dai Lucenti. Si legge in una cronaca dell'epoca: "Martedì scorso venne fusa la nuova campana nello stabilimento Lucenti in via dei Corridori in Borgo, in presenza di monsignor De Nekere economo della fabbrica di San Pietro. Per la fusione sono occorsi otto quintali e 50 chilogrammi di bronzo, ed è riuscito un bel lavoro, benché fatto in venti giorni. Ieri mattina alle 10 la campana fu benedetta, dal cardinale Ricci-Parracciani arciprete della basilica Vaticana. Indi dal sanpietrino Ercole Scalpellini e dal figlio del fonditore, Ernesto Lucenti, fu suonata con pochi rintocchi. Nel pomeriggio fu messa al posto e verso sera venne suonata a distesa per circa un quarto d'ora".

Nella seconda metà del Seicento fra i Lucenti si era invece distinto Girolamo, che fu anche un valido scultore. Lo si ricorda, tra l'altro, quale autore dell'angelo "che tiene li chiodi" situato su ponte S. Angelo. Nei primi decenni di questo secolo Eugenio Lucenti ha invece firmato la Campana di Dante Alighieri, che i Comuni italiani donarono alla città di Ravenna nel 1921, a seicento anni dalla morte del celebre poeta.

INDICE

 

Roma, XIX secolo.

Il fonditore Giobatta Lucenti, fonde:

INDICE

Roma, XIX/XX secolo.

I fonditori Ernesto e Oreste, fratelli Lucenti, fondono nel 1906, la seconda campana della chiesa di S. Pietro Ap. a Patrica.

 

 

 



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Bibliografia

Bib-ST-430 - P. Staccioli e S. Nespoli, Roma Artigiana, Attualità, storia e tradizioni dell'artigianato artistico

Bib-ST-431 - Romano P., Le campane di Roma, Roma 1944.

Bib-ST-432 - Monografia di Michele COLAGIOVANNI.

 

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