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 Beni culturali - Restauro

AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)

Cap. ATS-C04 - Normativa - Pag. ATS-C04.04

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2010 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

 

Sul restauro di monumenti bronzei (2004)

  

 

N.B.: Il presente Portale è a favore del suono delle campane!

Le Campane con età uguale o superiore a 50 anni sono Beni Storici vincolati dalle Soprintendenze ai Beni Artistico-Architettonici secondo il D.L. 42  22/1/2004 "Testo Unico dei Beni Culturali".

E' necessario richiedere l'Autorizzazione alla competente Soprintendenza Regionale, prima di effettuare lavori di manutenzione straordinaria sulle Campane o sulle relative incastellature, mediante realizzazione di un progetto a firma di tecnico abilitato.

 

Di seguito il documento finale redatto a conclusione dei lavori sul Convegno: "Conservazione dei monumenti in bronzo all'aperto: esperienze a confronto - Workshop in Genova 2-4 dicembre 2004 " .

 

G10.07 - Ossidazione e patologie del Bronzo - Trattamenti di restauro

P01.01 - Etica del Restauro

P01.02 - Regole per il Restauro delle Campane

P01.03 - Esempio di Analisi della Durabilità di una Campana

P01.04 - Campane Antiche: Esempio di Conservazione e Utilizzo

P02.07 - Saldatura delle campane.

 

 

DOCUMENTO FINALE

 

    Redatto a conclusione del workshop BMC2004 “Conservazione dei monumenti in bronzo all’aperto: esperienze a confronto” tenutosi a Genova nell’Auditorium dei Musei di Strada Nuova dal 2 al 4 dicembre 2004.

 

Si indirizza:

 

- agli organismi di tutela nazionali e locali

- ai centri di ricerca e formazione internazionali, nazionali e locali

- alle associazioni culturali e professionali nazionali ed internazionali

 

con lo scopo di:

 

a) comunicare i risultati delle tre giornate di relazioni e di dibattiti;

 

b) sottolineare le problematiche emerse ai vari livelli : etici, legali, gestionali e tecnici;

 

c) sollecitare i vari soggetti preposti alla tutela, alla formazione ed alla ricerca per l’attivazione operativa dei già esistenti canali di interrelazione, oppure ove necessario, per l’attivazione di nuovi strumenti.

 

Tenuto conto dei vari documenti internazionali e nazionali che già contengono esplicito o implicito riferimento ai monumenti bronzei all’aperto, sia quelli che hanno forza di legge (quali le Convenzioni UNESCO e del Consiglio d’Europa) sia quelle di organizzazioni intergovernative quali l’ICCROM che di associazioni quali l’ICOM, l’ICOM Conservation Committee, l’ICOMOS, l’IIC ed altri che hanno elaborato documenti, linee-guida e codici etici; consci della difficoltà di mettere in opera quello che oggi si chiama progetto culturale che implica un lavoro realmente inter-disciplinare di conoscenza preliminare (storica, tecnico-scientifica e diagnostica), di sviluppo del progetto per il restauro, di collaudo, di manutenzione, e di valutazione del progetto stesso, che preveda inoltre chiarezza dei ruoli dei singoli soggetti; a seguito del dibattito avviato dal documento presentato al workshop da P.Donati, dal confronto emerso nel corso delle tavole rotonde delle tre giornate, e dal successivo scambio di e-mail si ritiene di dover sollecitare in modo particolare i punti seguenti:

 

- I monumenti in bronzo sono parte integrante del paesaggio urbano delle città moderne e devono ricevere cure e attenzioni non minori dei parchi, dei giardini e dei musei. Attorno ad essi deve essere garantita una fascia di rispetto; qualora tale fascia sia stata eliminata essa deve essere ripristinata.

 

- La sostituzione con copie di manufatti bronzei esposti all'aperto deve essere limitata ai casi di comprovata assenza di alternative praticabili.

 

- Allorché si colloca un monumento di nuova esecuzione, i fonditori sono tenuti a fornire al committente, pubblico o privato, una scheda dettagliata sulla lega utilizzata, sulle sostanze patinanti, su eventuali protettivi usati o consigliati. I progettisti forniranno informazioni esaustive sulle modalità di collocazione e su eventuali armature di sostegno. Tali informazioni, a fronte di motivata richiesta, dovranno essere messe a disposizione degli organismi di tutela.

 

- Il costante monitoraggio dello stato di conservazione dei monumenti in bronzo deve diventare prassi regolare per i detentori e per gli organismi di tutela in quanto fattore cruciale per l’aspettativa di vita di un monumento in bronzo; trattamenti manutentivi regolari e frequenti dovrebbero essere fatti su ogni monumento o altro manufatto in bronzo (dalle fontane alle campane). Tale pratica comporta anche vantaggi economici, e gli organismi di tutela devono vigilare sulla presenza di concreti e circostanziati impegni dei detentori per quanto riguarda regolari pratiche manutentive.

 

- Alla logica dell’intervento una tantum, soprattutto a quella del restauro come evento, deve subentrare la logica della programmazione degli interventi conservativi, comprensivi di quelli di manutenzione, da perseguirsi anche quando i fondi si rendono disponibili in occasione di scadenze esterne (giochi olimpici, giubilei, centenari e simili).

 

- E' necessario che gli organismi di tutela eliminino ogni ostacolo normativo o procedurale (i conflitti di competenza, ad esempio) che rallenti o renda poco efficace la loro azione; la creazione di gruppi di lavoro - aperti anche ad esperti provenienti dal settore privato, dall'Università e dagli Enti Pubblici di Ricerca - nei quali le professionalità dei singoli organismi siano adeguatamente rappresentate appare come una strada praticabile per risolvere i problemi connessi alla conservazione e al restauro dei monumenti bronzei esposti all’aperto. E' necessario che i membri di tali gruppi di lavoro possano contare su adeguati finanziamenti per il loro aggiornamento e per gli indispensabili contatti a livello interregionale e internazionale.

 

Inoltre:

 

- si auspica la redazione di un capitolato di restauro di monumenti di bronzo all’aperto, comprensivo di capitolato per il collaudo e la manutenzione, che contenga al suo interno la possibilità di controlli sperimentali con riscontri quantitativi;

 

- si auspica, nelle commissioni o comunque nel momento decisionale di affidamento dei lavori, la massima trasparenza, come pure la presenza di un tecnico esperto, in grado di comprendere il progetto di restauro, che dovrà essere ben documentato ed argomentato;

 

- si auspica che la documentazione, sia dei dati storici che tecnici, scientifici e dei materiali usati, precedenti all’intervento che si intende progettare, come quella effettuata durante l’intervento stesso e quella durante le successive indispensabili fasi di manutenzione, sia accessibile, ed infine possa essere messa in rete;

 

- si auspica lo sviluppo della Commissione UNI-NORMAL, e in particolare il positivo lavoro della Commissione Tecnica 346 “Conservation of Cultural Property” del CEN al fine di elaborare gli strumenti indispensabili per una corretta esecuzione delle operazioni di diagnostica, restauro e conservazione;

 

- si auspica che la manutenzione, richiesta a vario titolo da tutti gli estensori delle comunicazioni scritte del workshop, e dalla stragrande maggioranza degli interventi durante i dibattiti, sia resa operativa con chiarezza di: programma, personale operativo specializzato, responsabilità dei vari ruoli e fondi adeguati.

 

- Si suggerisce che ciascun paese elabori delle linee guida di ‘best practice’ per le decisioni da prendere a tutti i livelli, da quelli tecnici a quelli amministrativi, per poter in futuro confrontare queste linee di operatività.

 

- Si suggerisce di approfondire, mediante gli strumenti che si riterranno più idonei (workshop, seminari o altro) due temi particolamente complessi:

 

a) reversibilità dei materiali da impiegare, soprattutto quelli a diretto contatto del manufatto in metallo, compresi i protettivi ed i consolidanti;

 

b) necessità di valutazione della patina, vero tavolo inter-disciplinare, sia dal punto di vista tecnico, che diagnostico ed estetico, quale fragile ma indispensabile livello di confine tra l’oggetto e l’ambiente che lo contiene e lo valorizza. In quest’ambito si auspica anche lo sviluppo di studi e confronti sulle metodologie di pulitura su base scientifica.

 

Infine si auspica una seria e qualificata formazione di TUTTE le figure professionali coinvolte, mediante specializzazione nel campo del restauro e della diagnostica, per poter svolgere tutte le azioni sopra indicate in modo realmente inter-disciplinare e paritetico, e finalizzato alla trasmissione alle generazioni future della nostra eredità culturale.

 

 


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Bibliografia

Bib-TS-042 - Il documento è tratto dal sito fonte originario: http://www.bmc2004.org/ (versione 2012; dal 2015 il sito non è più attivo)

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