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 Campane e concerti storici - Svizzera

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-H22 - Rassegna bronzi storici - Pag. ARS-H22.04

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2008 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

    Svizzera: Forma delle Campane Svizzere

 

La forma delle campane in Svizzera - Tratto da "Dizionario storico della svizzera"

   

    Le campane hanno trovato impiego nella liturgia cristiana a partire dalla tarda antichità. Nell'alto Medioevo erano in uso sia piccole campane fuse in bronzo, sia campane rivettate (in lamiera) di ferro. Nel basso Medioevo vennero realizzate campane grandi ed esclusivamente in bronzo, dall'epoca gotica in serie complete accordate.

 

    La più antica campana in Svizzera è la cosiddetta campana rivettata di Gallo (Gallusglocke), che risale al VII sec. ed è conservata nella cattedrale di San Gallo.

    La fusione delle campane avveniva nei conventi e nelle sedi vescovili; il monaco Tancho di San Gallo, ad esempio, fuse una campana per Carlomagno.

    Dal XIII sec. i laici divennero fonditori di campane nelle città. Le campane venivano fuse in genere nel luogo cui erano destinate. La più grande campana prodotta in Svizzera è quella realizzata per la cattedrale di Berna nel 1611 (diametro 248 cm, 10'150 kg, tono Mi2).

    Oltre ad artigiani stanziali erano attivi anche fonditori itineranti, originari, ad esempio, di Norimberga (XV sec.) e della Lorena (XVI-XVII sec.).

 

    La forma delle campane si è andata progressivamente modificando; da quella ad arnia intrecciata o di Teofilo, a forma di vaso (Museo storico di Basilea, XI sec.), a quella a "pan di zucchero" alta e slanciata (Büsingen e Cham, XII-XIII sec.), fino alla forma attuale in uso dal XIV sec., con varianti regionali nel profilo (costola).

 

    Nel Ticino l'arcaica forma a pera è stata mantenuta fino al tardo Medioevo.

 

    In ambito profano, si affermò l'uso delle campane per segnalare gli incendi e la presenza di nemici e infine anche per il rintocco delle ore. Le campane che servivano unicamente a battere le ore avevano a volte una forma appiattita a ciotola (= CIMBALO).

 

    Le decorazioni, semplici nel Medioevo, divennero in epoca barocca particolarmente ricche. Le campane venivano adornate con scanalature e nervature, con iscrizioni di vario genere quali invocazioni, firme di fonditori e nomi di dignitari (in lettere maiuscole nel XIII-XV sec., minuscole dall'inizio del XV fino alla metà del XVI sec., capitali dal XVI sec.), con rilievi (Cristo e santi), fregi ornamentali e vegetali, monete o foglie di salvia (dalla metà del XVI sec.).

 

    La Svizzera, risparmiata dalle spoliazioni dovute alle guerre, possiede un numero elevato di antiche campane, che testimoniano dei diversi influssi culturali.

 

    In Vallese, oltre all'oscillazione libera delle campane, a partire dalla metà del XVIII sec. si è diffuso il rintocco melodico; i carillon con martelli sono stati introdotti dopo il 1930.

 

    Nella Svizzera meridionale, lo scampanio a più voci viene ottenuto inclinando le campane tramite una ruota tangenziale, il che consente di determinare i singoli rintocchi e di suonare melodie corali ambrosiane ("suonare a concerto").

 

    Le campane per il bestiame sono in uso dal XII sec.; dal XVIII il loro impiego è divenuto una consuetudine. Dal XIX sec. le campane sono inoltre utilizzate come strumenti di musica popolare (Schälleschötte).

 

INDICE

 

 



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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-791 - M. Sutermeister, Die Glocken von Zürich, 1898

Bib-ST-792 - W. Deonna, «Cathédrale St.-Pierre de Genève», in Genava, 28, 1950, 129-180

Bib-ST-793 - O. Stiefel, «Schaffhausens Glocken- und Geschützgiesser», in RSAA, 26, 1969, 67-103; 27, 1970, 101-124

Bib-ST-794 - F. Siegenthaler, Die Glockengiesser des Kantons Graubünden, 1970

Bib-ST-795 - M. Schilling, Glocken: Gestalt, Klang und Zier, 1988

Bib-ST-796 - F. Hoffmann, Etude de l'iconographie et de l'épigraphie des cloches du XIVe, XVe et du XVIe s. dans les districts d'Echallens, de Lavaux, de Lausanne et d'Yverdon, mem. lic. Losanna, 1992

Bib-ST-797 - A. Corbin, Les cloches de la terre, 1994

Bib-ST-798 - R. Schwaller, Treicheln, Schellen, Glocken = Sonnailles et cloches, 1996

Bib-ST-799 - Voc. dei dialetti della Svizzera it., 3, 1998, 324-333 (voce "campana")

Bib-ST-800 - J. Grünenfelder, Die Glocken im Kanton Zug, 2000

 

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