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 Campane e concerti storici - Regione Lombardia

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-H09 - Rassegna bronzi storici - Pag. ARS-H09.25

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2013 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

(BG) - San Martino Oltre la Goggia (XVII sec.)

 

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Nella parrocchia di S. Martino oltre la Goggia il secolo XVII conta almeno quattro episodi di fusione di campane, due dei quali maggiormente degni di nota: l’uno per la rinomanza del suo fonditore, l’altro per aver dato il via alla realizzazione del nuovo concerto per la chiesa di S. Bernardo.

 

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La prima vicenda riguarda la chiesa parrocchiale di S. Martino. Il 14 giugno 1620, alla presenza del notaio Fantino Donati e di sei testimoni, venne affidata a Ventura Fanzago la fusione di due campane per la chiesa parrocchiale [01].

Le richieste dei committenti, sulla base di quanto è stato specificato nei capitoli contrattuali, erano chiare e precise: "(…) che il Signor Ventura Fanzago sia tenuto a far et gitar due campane alla detta Chiesa la maggiore de pesi n° 80 et l’altra de pesi 55 in circa. Che dette campane siano fatte belle bone et in forma laudabile a giuditio de periti. Che siano datte e consignate fatte ut supra da qui a Calende d’Agosto prossime.

Ciò significava che il Fanzago avrebbe dovuto gettare le campane in soli quarantacinque giorni, quando un normale ciclo di lavorazione richiede mediamente dai trenta ai novanta giorni circa.

Sulla base di quanto riportato in precedenza, possiamo supporre che nell’impresa fosse aiutato anche dal fratello, non citato nella formula contrattuale. In tal caso potremmo immaginare che le campane portassero come dicitura “Antoni Marini ac Ventura fratrum de Fanzagis opus”, anziché la più semplice “Ventura Fanzagi de Clus. opus”[02].

Dal canto loro i committenti si impegnavano a mantenere "un uomo continuamente mentre si farano dette campane per batter la creda et fare altre opere manuale", garantendo al Fanzago un supporto costante durante tutto l’arco di lavorazione, ed inoltre a "dar il metallo con tutte le cose bisognasse opportune et necessarie", specificando in seguito che "il Signor Ventura sia tenuto a dar il metallo nel luoco di Clusone (…) à raggione di lire trenta otto il peso, mentre quello metallo che avanzarà fuori di dette campane siano tenuti detti signori a tuorlo in dietro senza altro pagamento per venduto, dandolo recondotto a Clusone".

Nella parte conclusiva del contratto erano infine precisate anche le modalità di pagamento: una somma iniziale era destinata a "pagar il metallo che averano fatte dette campane in forma laudabile", mentre "lire cento" sarebbero state versate al termine dei lavori "a buon conto della sua mercede, e il restante della detta sua mercede" si sarebbe convenuto "di pagarla da qui a Pasqua di Resurretione prossima", ossia entro l’11 aprile 1621.

 

Da quanto riportano le fonti sappiamo che sul finire del secolo, e precisamente nel 1699, le campane della chiesa di S. Martino erano tre, mentre un concerto di cinque campane venne consacrato dal Vescovo Carlo Gritti Morlacchi.

 

Le campane nel comune della Piazza suonarono fino al 20 aprile 1943 quando il concerto in do grave (ad esclusione della sesta e della settima campana, aggiunte successivamente e fuse dalla ditta Monzini rispettivamente nel 1821 e 1853) venne requisito a scopo bellico, per essere poi ricomposto solo alla fine del 1947 (la ditta Ottolina di Bergamo fuse un concerto di otto campane in si bemolle, consacrato dal Vescovo Adriano Bernareggi il 6 novembre di quell’anno) [03].

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Simile destino toccò anche alla campana maggiore della chiesa di S. Bernardo, sempre nella parrocchia di S. Martino: «la requisizione a scopo bellico nel 1943 si limitò alla campana maggiore del peso di 206 chilogrammi.

Delle campane rimaste la media recava la data 1688 e la minore 1828» [04].

Da quanto riportano le fonti sappiamo che «nel 1688 venne fusa la campana mezzana. Nel 1692 sono citate due corde per le campane. Nel 1699 aveva tre campane che si credevano benedette»[05].

Integrando queste notizie con quanto riportato nel contratto rintracciato presso l’Archivio di Stato di Bergamo, rogato dal notaio Gianmaria Donati e concernente la fusione della campana maggiore per la chiesa di S. Bernardo, siamo in grado di ricostruire cronologicamente le tappe di produzione dell’intero concerto, realizzato in un lasso di tempo di circa trent’anni, e precisamente fra il 1667 e il 1699 [06].

 

Il "7 giugno 1667 nella terra della Piazza", alla presenza del notaio Gianmaria Donati [07] e di 4 testimoni, "Nicolò Morelli campanaro habitante a Bergamo a richiesta di D. Pietro Tognalino sindico et deputato del comune della Piazza si conviene di far cioè regettar la campana maggiore della Chiesa di Santo Bernardo di detto comune". Anche in questo caso il Tognalino, come era avvenuto per i Fanzago, si impegnava a "somministrare tutta la materia e il metallo necessario per la refatione di detta campana (…) como anche un manoale o più che bisognasse".

Il Morelli, dal canto suo, garantiva la fusione della campana "in buona forma et laudabile a giuditio di periti", assicurando di "mantenerla per un anno continuo doppo la refatione di essa non dovendo però quella esser sonata fuori di modo, ma solo per gli bisogni ordinarij. Nel "caso che non riuscisse che Dio non voglia tal refatione o si rompesse nel termine di un anno", il Morelli avrebbe dovuto procedere alla fusione di un’altra campana.

Scarse in questo caso le notizie relative alla retribuzione del campanaro e ad eventuali spese. Gli unici riferimenti riguardano infatti gli impegni del Tognalino, che "si obliga pagarli per sua mercede in raggione di lire quattro il peso oltre il letto per il dormire mentre farà detta opera" (si ricordi fino al XIX secolo le campane venivano per lo più realizzate in loco dai fonditori ai quali, oltre alla manodopera, erano assicurati anche vitto e alloggio).

 

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- NOTE:

[01] AA.VV., L’Alta Valle Brembana. Il bollettino e la sua valle. 80 anni di vita., n°6, anno X, a cura delle Comunità Parrocchiali del Vicariato S. Martino-Branzi-S. Brigida, luglio 1992.

[02] Le formule citate sono tratte direttamente dagli esemplari fusi dall’officina dei Fanzago (cfr. BONANDRINI G., L’orologio planetario…, op.cit. pag. 45).

[03] Le notizie riportate sono state tratte da AA.VV., San Martino oltre la Goggia in Piazza Brembana e Lenna, a cura dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici della Curia di Bergamo, Centro Culturale Niccolò Rezzara e Parrocchia di S. Martino oltre la Goggia, Bergamo 1998.

[04] MEDOLAGO G., BOFFELLI R., CALVI G., La chiesa di San Bernardo in Piazza Brembana, Clusone 2000, pag. 31.

[05] MEDOLAGO G., BOFFELLI R., CALVI G., La chiesa di San Bernardo…, op. cit. pag. 29.

[06] Nel 1667 venne commissionata e realizzata la campana maggiore, nel 1688 quella mezzana e fra il 1692 e il 1699 quella minore, successivamente sostituita da un nuovo esemplare nel 1828.

[07] Archivio di Stato di Bergamo, notaio DONATI GIANMARIA, fald. 6415.

 

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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-615 - Monografia di Silvia Comerlati: "A proposito di alcune campane nella parrocchia di San Martino oltre la Goggia", Quaderni Brembani 3, del 10-12-2005 (reperito nel 2008 in Internet)

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