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 Archeologia fusoria

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-C01 - Archeometallurgia - Pag. ARS-C01.04

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

Archeometallurgia

 

INDICE:

 

 

Alcune specifiche qualità rendono i metalli particolarmente adatti a subire l'azione modificatrice dell'uomo tanto da fornire una gamma di prodotti dalle peculiarità tecniche e fisico-meccaniche che non si possono ottenere attraverso l'utilizzazione di nessun altro tipo di materia prima.

Tali caratteristiche dei metalli e delle leghe in genere, si esplicano nella capacità di sopportare un elevato stress meccanico, senza per questo andare incontro a danni strutturali permanenti, cioè senza subire fratture.

Quindi, sono i comuni requisiti fisico-meccanici dei metalli che fanno si che essi vengano a costituire un bloc technologique, nell'accezione di Leroi-Gourhan, ovvero sia un insieme di materiali che grazie alle loro qualità sono sottoposti a determinati trattamenti. È l'arte del fuoco, la cosiddetta pirotechnia, a definire l'ambito tecnologico dell'intervento dell'uomo su questa materia prima.

I metalli hanno giocato un ruolo rilevante nello sviluppo della civiltà, tanto da potersi ritenere che la storia della metallurgia e quella della civiltà siano direttamente interconnesse: la lavorazione dei metalli, infatti, influenza direttamente l'evolversi di un dato gruppo umano essendo legata alla produzione di armi, strumenti agricoli, oggetti di culto e della vita di tutti i giorni.

Parimenti, la geologia di una regione ne determina ampiamente le strategie di sviluppo socioeconomico: la ricchezza mineraria ed il suo conseguente sfruttamento impongono non solo dei limiti "naturali" alla topografia degli insediamenti, che si strutturano spesso in rapporto ai problemi relativi al controllo dell'autorità sull'estrazione e alle questione del trasporto della materia prima, ma al contempo definiscono le linee fondamentali del diritto di proprietà e la regolamentazione del lavoro.

La situazione dell'Europa centro-orientale fra il XIII ed il XIV secolo con l'emergere di città - quali Kuttemberg ed Iglau (attuale Repubblica Ceca) - e di classi dirigenti specializzate nella lavorazione dei metalli preziosi è un esempio di come la geologia possa "trasformarsi" in storia grazie alle possibilità che offre di accumulazione di capitali. È quindi chiaro che l'esame diacronico dell'intero ciclo produttivo metallurgico non è una sterile ed ulteriore settorializzazione della disciplina archeologica ma, al contrario, è un efficace metodo per guadagnare informazioni intorno alle strategie di sviluppo della civiltà.

Tale specifico studio della produzione metallurgica del passato è detto Archeometallurgia.

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L'esame storico del ciclo produttivo metallurgico può a buon diritto essere considerato un efficace metodo per ricostruire le strategie di sviluppo della civiltà.

Questo approccio analitico, che esige un'interpretazione tanto induttiva quanto sintetica, si giova attualmente dei progressi registrati dalle scienze fisico-chimiche contemporanee. Queste hanno sviluppato numerosi metodi di indagine che, seppure originariamente studiati per valutare la qualità della produzione contemporanea, possono essere utilizzati anche nell'analisi degli artefatti preindustriali.

Per quel che concerne lo studio dei metalli archeologici, il rapporto si stabilisce attraverso l'utilizzazione dei metodi messi a punto dall'odierna scienza ed industria metallurgica.

La moderna metallurgia comprende fra le sue proprie metodologie, i diversi metodi attualmente utilizzati nella preparazione e raffinazione del minerale per l'ottenimento del metallo attraverso la fusione o qualsivoglia altro procedimento oggi in uso; lo studio dei principi fisico-chimici che sono alla base di tali processi, la valutazione delle qualità dei diversi metalli sia allo stato naturale che allorquando sottoposti a lavorazione e/o a trattamenti specifici per la manifattura; ed infine l'applicazione pratica di tutti quei principi e metodi concernenti i metalli che sono stati scoperti come risultato di indagine empirica o attraverso l'analisi scientifica.

Aggiungendo a questo approccio scientifico una prospettiva diacronica, e avendo già chiarito che la materia prima di produzione dei reperti archeologici è spesso la medesima sulla quale si basa l'odierna produzione, è possibile definire l'archeometallurgia come lo studio storico delle procedure di produzione applicate alla lavorazione dei metalli, lungo un percorso che va dall'estrazione mineraria alla realizzazione del prodotto finito.

L'archeometallurgia può essere dunque considerata un settore specifico dell'archeologia della produzione, che si occupa del ciclo produttivo dei metalli ed in particolare delle fasi di trasformazione chimica e fisica della materia prima (minerale) in manufatto, attraverso l'uso del fuoco.

L'archeometallurgia costituisce così il contenitore per l'analisi delle due distinte fasi del processo produttivo metallurgico: il primo è quello della metallurgia estrattiva, che giunge dal minerale al semilavorato o pane metallico, il secondo è quello della metallotecnica che dal metallo allo stato amorfo giunge al manufatto finito.

L'archeometallurgia può ritenersi allora "l'archeometria dei metalli" e deve essere costantemente sottoposta ad interpretazione e critica il che, in altri termini significa, la necessità di una sintesi a partire dai risultati delle analisi.

Le informazioni che è possibile ottenere attraverso la ricerca archeometallurgica su di un prodotto finito concernono l'indagine sulla sua struttura e composizione, e riguardano: la valutazione della messa in forma dell'oggetto, ovvero la sua storia termomeccanica; l'esame dei trattamenti termici, quali ricottura e tempera; l'indagine intorno ai trattamenti termochimici, quali la cementazione; ed il riconoscimento dei tipi di saldatura.

Il risultato finale di questa analisi è la ricostruzione dell'intero processo di produzione le cui tracce restano quindi evidenti nell'oggetto analizzato.

Numerosi sono i metodi analitici attraverso i quali procedere nell'indagine archeometallurgica della struttura interna del metallo per raccogliere questa intera serie di informazioni.

 

L'archeometallurgia deve essere in grado, tuttavia, di strutturare le informazioni ottenute attraverso le differenti analisi condotte sui diversi materiali e presentare una sintesi che tenga conto delle differenti informazioni di cui si dispone su un determinato sito; quindi, il contesto stratigrafico, i dati provenienti dalla storia, dall'archeologia, dall'etnoarcheologia, dalla sperimentazione, e dall'archeometria, devono cooperare nella formazione di una visione d'insieme che inserisca la ricerca in un ambito storico determinato.

Inoltre, da un punto di vista strettamente archeometallurgico, oltre all'analisi degli oggetti finiti, anche le scorie, ovvero i materiali di scarto della lavorazione del minerale e dei metalli, ed i resti delle fornaci rappresentano una importante fonte di informazione.

Naturalmente, le scorie non devono essere considerate come evidenze archeologiche isolate ma, al contrario, occorre rilevare sempre gli altri materiali in associazione, le caratteristiche del sito, la sua geografia e geologia.

 

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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-019 - Tratto da una monografia di M. Composta.

Bib-ST-020 - B. Rothenberg, The Ancient Metallurgy of Copper, Institute for Archaeo-Metallurgical Studies, Institute of Archaeology, University College London, London, Vol. 2, 1990.

Bib-ST-021 - D. A. Scott, Metallography and Microstructure of Ancient and Historic Metals, Getty Conservation Institute, The J. Paul Getty Museum, 2002 ISBN 0-89236-638-9.

Bib-ST-022 - W.H. Dennis, Metallurgy of the Non-Ferrous Metals, Sir Isaac Pitman & Sons Ltd,London1961.

Bib-ST-023 - S.U. Wisseman and W.S. WILLIMAS, Ancient Technologies and Archaeological Materials, Gordon and Breach Publishers, ISBN 2-88124-631-1.

Bib-ST-024 - L. Addicks, Silver in Industry, einhold Publishing Co. 1940.

Bib-ST-025 - C.L. Mantell, Tin its mining, production, Technology and applications, American Chemical Society, Monograph Series, New York 1949.

Bib-ST-026 - G.M. Ingo, S. Mazzoni, G. Bultrini, S. Fontana, G. Padeletti, G. Chiozzini, L. Scoppio “Small-area XPS and XAES study of the iron ore smelting process”, Surface and InterfaceAnalysis, 22 (1994) 614.

Bib-ST-027 - G.M. Ingo et al.”La pirometallurgia”, "Progetto Tharros", Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma 1997, 29.

Bib-ST-028 - Giumlia-Mair A., 2000, Argento e leghe “argentee” nell’antichità, 7° Convegno “Le Scienze della Terra e l’Archeometria”, Boll.Accademia Gioenia di Scienze Naturali 33, 357, 295-314.

Bib-ST-029 - R. F .Tylecote., 1976, A History of Metallurgy, London.

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